Un cenno biografico di Cesare Pavese

Cesare Pavese nasce a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo in Piemonte. Trascorre la sua infanzia nel casolare del padre, cancelliere del Tribunale di Torino, che rimarrà sempre nei suoi ricordi come simbolo di serenità e spensieratezza, dove ritornare in vacanza anche quando la sua vita si svolgerà a Torino: prima per gli studi universitari e poi per il lavoro come redattore della casa editrice Einaudi. Si laurea in Lettere e Filosofia, con una tesi su Walt Whitman, appassionandosi alla letteratura inglese. Nel 1931 Pavese perde la madre, in un periodo già pieno di difficoltà. Lo scrittore, infatti, non è iscritto al partito fascista e la sua condizione lavorativa è molto precaria, riuscendo solo saltuariamente a insegnare in istituti scolastici pubblici e privati. Nel 1935 entra all'Einaudi, insieme a Carlo Levi e Leone Ginzburg. Dopo soli due anni è arrestato per attività antifasciste e condannato al confino per tre anni a Brancaleone, in Calabria. L'allontanamento dalla sua terra, in realtà, dura solo un anno, fino al marzo del 1936, periodo in cui scrive "Il mestiere di vivere", diario autobiografico. Durante la guerra si nasconde a casa della sorella Maria, a Monferrato, il cui ricordo è descritto ne "La casa in collina". Proprio nel 1936 produce la prima raccolta di poesie "Lavorare stanca". Il primo tentativo di suicidio avviene al suo ritorno in Piemonte, quando scopre che la donna di cui era innamorato, nel frattempo, si è sposata. Dal 1936 al 1949 la sua produzione letteraria è ricchissima e nel 1950 pubblica "La luna e i falò", vincendo nello stesso anno il Premio Strega con "La bella estate". Ma il 27 agosto del 1950, in una camera d'albergo a Torino, Cesare Pavese mette fine alla sua esistenza.


Cos'è il "progetto Pavese"?

Gianfranco Faini

Sono in molti che amano Cesare Pavese e, fra questi, chi vi scrive e Claudio del nostro gruppo, al quale dobbiamo l'idea di questo progetto. Si è pensato di mettere in scena il teatro e la danza popolare, le due arti si sono ben unite e nulla è stato lasciato al caso o alla sperimentazione, semmai il contrario: dalla buona organizzazione allo sviluppo della creatività dei singoli e del gruppo. In uno scenario molto bello, quale il Parco Fontanelle di Castelgoffredo nel mantovano, dove c'è una bella pista ed un palco rialzato all'aperto con un efficace tendone arcuato di copertura, si è animato la serata con lettura di poesie intervallate da esibizione di danze del gruppo Girovagando. La scelta della scaletta delle danze è stata fatta con un occhio di riguardo a quelle italiane e, in particolare, a quelle occitane, tipiche del piemontese. Sul palco, assieme a me, c'erano Laura e Gabriella, con le quali ho condiviso il piacere e l'onore d'interpretare alcune poesie di Pavese, ad una voce, due e, per un'altra, addirittura a tre! Intercalavo la lettura delle poesie alle danze e la cosa, per quanto a tratti impegnativa, è stata d'enorme piacere. I costumi, nel possibile e nel personal spirito d'immaginario d'ognuno, sono stati scelti cercando di ricreare un ambiente, tipo un'osteria anni trenta o quaranta, oppure pensando ad un contesto borghese di quei difficili tempi italiani: la piazza, il ritrovo fra amici. Era precisa intenzione rendere omaggio ad un grande scrittore e poeta del nostro secolo, e questa è stata la nostra maniera. Speriamo di ripetere in futuro la serata, magari cambiando gli scenari e, ad ogni modo, è stato bello ricreare questo riuscito lavoro, abbinando la danza al teatro, unendo le arti e la volontà di pensare ad uno stimolo culturale che vada oltre ai già conosciuti canali. 

 

Le danze

Curenta

Polesana

Gigo occitano

Scottisch autunnale

Monferrina

Manfrina veneta

Scotes di Ponte Caffaro

Monegò

Circolo circassiano

 

Le poesie

(voci Laura Gabriella e Gianfranco)

ESTATE

CANZONE

PENSIERI DI DEOLA

ESTATE DI SAN MARTINO

PENSIERI DI DINA

LE MAESTRINA'

PATERNITA’

MATERNITA’

IL PARADISO SUI TETTI

VERRA' LA MORTE ED AVRA' I TUOI OCCHI